Se state programmando il prossimo viaggio in Giappone e cercate dei luoghi fuori dal comune e dall’ordinario, non può mancare nella vostra lista Aokigahara, la foresta dei suicidi, uno dei luoghi più spettrali e suggestivi del Giappone.
Aokigahara o Jukai: la foresta dei suicidi
A nordovest del Monte Fuji, nella prefettura di Yamanashi, si estende Aokigahara, anche chiamata Jukai. Si tratta di una piccola foresta di 35 metri quadri, con conifere, cipressi e arbusti vecchi anche di 300 anni.
Il bosco è così fitto di vegetazione da non lasciar trapelare il vento e il silenzio è il padrone di questo posto. Per questo è molto amato per passeggiate ed escursioni, ma anche dagli appassionati di bird-watching.
Il nome della foresta, come dicevamo, è Aokigahara, anche se è conosciuta più come Jukai, ossia “mare di alberi”. Purtroppo, però, è ancor più comunemente conosciuta con un terzo, triste, appellativo: “la foresta dei suicidi”.
Il problema dei suicidi in Giappone
Il Giappone è tristemente famoso per l’alta percentuale dei suicidi tra la popolazione. È tra i paesi con il più alto tasso di suicidi al mondo ed il problema è considerato uno dei più gravi che affliggono il paese del Sol Levante.
Nel 2011 il Giappone ha superato per la 14esima volta di seguito la soglia dei 30 000 suicidi. Mentre nel 2017 a togliersi la vita sono stati 16 persone ogni 100 000 abitanti.
Un tasso di suicidi altissimo che ha portato il governo a prendere provvedimenti. Provvedimenti che hanno abbassato il numero di suicidi dal 2012 in poi, ma che ancora non sembrano aver ottenuto i risultati desiderati.
Tra le principali cause di suicidio in Giappone sembrano rientrare i problemi economici dovuti alla recessione degli anni ’90, la depressione e i problemi sociali, nonché la forte pressione psicologica volta all’eccellenza che la popolazione giapponese sente sulle proprie spalle.
La foresta dei suicidi
Aokigahara, la foresta dei suicidi, a piedi del monte Fuji, è il posto con il più alto numero di suicidi dell’intero paese, circa 30 all’anno. Il record si è avuto nel 2007, quando il numero di suicidi che ha interessato la foresta sono stati 78. Mentre nel 2010 ben 247 persone hanno tentato il suicidio all’interno della foresta, ma solamente 54 sono arrivati fino in fondo.
La foresta dei suicidi non è, però, famosa solamente in Giappone, ma nel mondo intero. Pensate, infatti, che è il secondo luogo al mondo per numero di suicidi. Al primo posto c’è il Golden Gate Bridge, di San Francisco.
Entrando nella foresta e girando all’interno di essa troveremo moltissimi cartelli, in giapponese e inglese, che invitano le persone a ripensarci.
Le leggende
Secondo alcune credenze popolari, però, la foresta dei suicidi è anche popolata da creature che portano gli uomini al suicidio. Ed è per questo che si finisce per porre fine alla propria vita proprio in questo luogo tra tanti.
Si racconta, infatti, che chi, nel passato, sia entrato senza guida nella foresta di Aokigahara non ne sia mai uscito, e il suo spirito è fuoriuscito dal corpo, rimanendo intrappolato nella foresta e finisce per vagare in essa, andando ad infastidire i visitatori.
Sembrerebbe, inoltre, sempre secondo le credenze popolari, che la foresta sia popolata da demoni, chiamati Yurei. Gli stessi alberi sarebbero intrisi di energia negativa.
C’è chi racconta, ancora oggi, che camminando nella foresta si possa sentire l’energia negativa di essa penetrarti nelle ossa. C’è addirittura chi giura di aver sentito la presenza di creature maligne, nascoste tra la fitta vegetazione, e gli occhi dei demoni fissare da dietro le spalle.
La foresta dei suicidi nella letteratura e al cinema
Tanta è la suggestione e l’inquietudine creatosi attorno a questo luogo che sia la letteratura che il cinema sono pieni di riferimenti ad esso.
Nel macabro libro di Wataru Tsurumui, “Il manuale completo del suicidio”, viene indicata Aokigahara come luogo perfetto per compiere l’estremo gesto. E questo libro viene spesso ritrovato insieme al corpo e agli effetti personali delle vittime della foresta.
La foresta dei suicidi appare poi nel romanzo di Seicho Matsumoto, “Kuroi Jukai”, come il luogo scelto dai due amanti protagonisti per il loro suicidio.
Nella filmografia mondiale troviamo molti film ambientati proprio ad Aokigahara. Nel 2012 esce il film del regista giapponese intitolato proprio “Aokigahara”, mentre l’anno seguente esce il film americano “Grave Halloween”. Un horror che vede come protagonisti un gruppo di ragazzi che cercano il corpo della madre scomparsa proprio nella foresta dei suicidi giapponesi.
“La foresta dei sogni” esce, invece, nel 2015. In questo caso abbiamo un lieto fine. Il protagonista, infatti, parte alla volta del Giappone con l’intenzione di suicidarsi ad Aokigahara, ma arrivato lì ci ripensa.
Infine, è la volta dell’horror di Jason Zada intitolato “Jukai – La foresta dei suicidi”.
Cosa vedere ad Aokigahara
Insomma, se dopo tutte le storie, i romanzi, le leggende e i film, avete ancora il coraggio di inoltrarvi all’interno della foresta di Aokigahara, sappiate che c’è anche altro oltre ai suicidi.
Qui, infatti, si possono vedere le bellissime grotte laviche del vento e del ghiaccio. C’è Fugaku, la grotta del vento, dove stalattiti di ghiaccio si sono formate addirittura in piena estate. E c’è poi Narusawa, la grotta del ghiaccio. C’è anche Koumori- ana, la grotta dei pipistrelli.
Inoltre, da Aokigahara c’è anche una bella vista sul monte Fuji, quando si riesce a scorgere tra una fronda e l’altra.
È comunque sconsigliato avventurarsi nella foresta al di fuori dei percorsi turistici che portano alle grotte e al lago, dato che le possibilità di imbattersi in una vittima della foresta non sono poche.