La mia avventura milanese spesso passa attraverso l’arte culinaria, la cucina italiana in tutte le sue sfaccettature, tra tradizione e innovazione. Girovagando nella costante ricerca di quel qualcosa in più che rende ogni luogo speciale, attraverso i confini del mondo per ritornare nel mio amato bel paese e in quella che è divenuta casa mia, dove ho lasciato il cuore, Milano. Ed è proprio nel mio vagabondare alla ricerca di quel gusto culinario italiano, tradizionale e innovativo, che mi sono imbattuta in Berberè.
La pizza è sublime e i locali deliziosi, ma con il tempo ciò che più colpisce è la storia dell’azienda, la grande passione che si cela dietro e tutto quell’insieme di cose che ne fanno da contorno e che la rendono così speciale.
Berberè presso la stazione centrale
Il nuovo locale si trova a ridosso della stazione centrale di Milano. Accogliente, confortevole, vintage, pop e coinvolgente. La pizzeria ospita 120 persone, in un suggestivo immaginario acquatico, con creature oniriche che fluttuano sulle pareti blu, per accompagnare la cena all’arte, il gusto di prodotti selezionati alla musica, la gentilezza e la cordialità del personale ad una serata unica.
Ma questa è, in realtà, solamente l’ultima piccola chicca di Berberè, che già conta dodici locali.
La storia di Berberè è strettamente legata alla grande passione dei fratelli Matteo e Salvatore Aloe, che in pochissimi anni hanno creato un azienda unica.
L’azienda
L’azienda Berberè è nata appena otto anni fa, nel 2010, quando i fratelli Aloe hanno deciso di voler reinventare la pizza, mantenendo il gusto tradizionale e artigianale, con una cura maniacale dei dettagli.
Dagli ingredienti selezionati, biologici e naturali, all’attenta cura del design, dalla radio dedicata, alla formazione del personale, dalla sperimentazione delle farine allo studio degli impasti. Tutto ciò ha dato vita ad un’azienda che non ha avuto il tempo di nascere che già ha visto un’espansione incredibile.
Con l’apertura dell’ultimo locale nei pressi di Milano Centrale, infatti, salgono a dieci i locali in Italia, di cui altri due sempre a Milano, nelle zone Isola e Navigli. Gli altri sette locali italiani si trovano a Bologna, Torino, Firenze, Roma e Verona.
Ci sono poi altri due locali a Londra, con il nome di Radio Alice. C’è la web radio di Berberè: Pizza or Vinyl, per non dimenticare lo spirito pop vintage che la contraddistingue. Ma Berberè non finisce qui, a Febbraio, infatti, è stato lanciato il magazine 24HourPizzaPeople.
Il successo di Berberè
Il successo di Berberè è inarrestabile, ottenendo i consensi di tutta la critica gastronomica. Primo fra tutti la guida di Gambero Rosso, “Le pizzerie d’Italia 2019”, che gli conferma tre spicchi nella sezione Pizza a Degustazione. “La formula continua a essere vincente: un inno alla convivialità, un modello ben ripetibile (come dimostra la presenza di Berberè in varie località d’Italia) che non scende a patti in termini di qualità, sempre al top. Dietro tutto questo c’è il grande lavoro dei fratelli Aloe e di uno staff all’altezza della loro filosofia”.
E proprio dello staff voglio parlarvi, che ha superato i 100 dipendenti. Penserete che l’azienda intera potrebbe risentirne, perdendo il controllo su tutte le file, ma non è così. Il personale è sempre gentile, cortese e soprattutto preparato.
La vena artistica
Il bello si sa, piace. Sembrerebbe scontato, eppure non è così. Non sempre entrando in un locale questo risulta essere davvero bello. Poi il cibo potrà essere anche squisito ma l’occhio vuole sempre la sua parte.
Adoro la cura nei dettagli di Berberè, lo stile vintage, retrò, minimal, con i mattoni a vista e i dipinti onirici di creature immaginarie, il bianco e nero e il pop. Adoro chiudere la porta che da sulla città affollata e trovarmi in un misto tra una pizzeria di diversi decenni fa e la tela di un artista. Il tutto è stato accuratamente studiato e si vede.
Il cibo
Ovviamente tutto ciò deve essere accompagnato dalla pizza e da tutti i prodotti culinari che non sono assolutamente da meno. Lo studio dell’impasto ha portato a tre diverse opzioni, presenti sul menù: classico, con farina di tipo 1 e 24 ore di lievitazione, speciale, con farine di diversi cereali, grano tenero, grano duro, farro, e idrolisi, realizzato facendo fermentare il grano spezzato con l’acqua calda.
Ma l’impasto non è tutto, ogni ingrediente è accuratamente scelto, arrivando fino ad un 75% di prodotti biologici, per preservare il futuro per le future generazioni. Ed ecco un punto in più per i fratelli Aloe, che pensano sempre a tutto e non tralasciano niente.
Che dire, non vedo l’ora di vedere ogni locale Berberè, nel mio girovagare per l’Italia e per il mondo.