Finalmente eccomi qui con un post che mi sta molto a cuore. Sarà perché parla di un paese ricco di storia, tradizione e cultura…sarà che lo adoro…sarà che mi ha folgorata…spero di riuscire a trasmettervi con le mie parole le emozioni che ho vissuto. Non so come sia nata questa mia passione per il Giappone ma so che sono completamente affascinata dalla sua cultura, dalla cucina e dal modo di vivere di un paese completamente diverso dal mio.
Inizialmente avevo pensato di fare un solo post, ma man mano che scrivevo mi sono resa conto che sarebbe stato troppo lungo. Ho deciso quindi di dividerlo in due…anzi in tre. Innanzitutto vi descrivo le città ed i luoghi che ho visitato; Nel secondo vi parlerò di tutte quelle “meraviglie” che mi hanno colpita; infine ci sarà un terzo post di approfondimento.
Vi parlo del mio viaggio in Giappone raccontandovi le meraviglie, perché è proprio così che si chiama il tour “Meraviglie del Giappone” al quale abbiamo partecipato io e mio marito.
Anche se ci siamo sposati nel mese di dicembre, decidiamo di fare il nostro viaggio di nozze a metà marzo per poter assistere al meraviglioso spettacolo della fioritura dei ciliegi, Hanami; vero e proprio momento di festa per i giapponesi che in questo periodo entrano in trans passando intere giornate a fare dei pic-nic sotto gli alberi estasiati dai loro colori tenui che trasmettono relax e serenità.
Per questa occasione non avevo voglia di organizzare tutto da sola, per cui ci siamo affidanti all’ottimo tour operator Mistral, in fondo il nostro obiettivo primario era di vedere più posti possibili sfruttando al meglio tutto il tempo a nostra disposizione.
La tipologia di viaggio molto comoda…11 giorni! Per intenderci avevamo la guida giapponese parlante italiano, munita di apposita bandierina di riconoscimento e noi tutti con auricolare nelle orecchie per ascoltare. Scegliendo un viaggio con il tour operator abbiamo avuto tutti i giorni organizzati con determinati posti da vedere compresi gli spostamenti in treno ed i relativi posti già assegnati e soprattutto il servizio di trasferimento bagagli da una città all’altra, perché i giapponesi viaggiano leggeri spedendo i bagagli più grandi a parte con dei servizi validissimi (come tutto il resto ovviamente). Le nostre giornate erano programmate dalle ore 7:30 per la colazione rigorosamente giapponese (dai.. scherzo, c’era anche quella occidentale, già vi vedo li a dire “come si fa a mangiare sushi alle 8 di mattina”) fino alle 18 circa, ora dalla quale iniziavano le nostre esplorazioni solitarie…tempo libero dedicato allo shopping e al cibo. Per non arrivare impreparata ho organizzato il nostro tempo libero già da qui documentandomi molto, sia con la mia fedelissima guida della Lonely Planet che, soprattutto, con il sito di Marco Togni, i suoi consigli ed i suoi video sono davvero preziosi ed utili.
Non starò qui a scrivere il mio diario di viaggio, cosa che faccio regolarmente in ogni posto in cui vado munita della mia moleskine (inoltre quella del Giappone è completa di tutti i timbri relativi ai vari templi o case che abbiamo visitato) ma vi racconterò i posti che ho visto.
Iniziamo da Tokyo, città dove grattaceli e templi, modernità e tradizione si intrecciano e convivono benissimo. Forse è proprio questo che mi ha colpito, passare dall’atmosfera magica del santuario buddista Meiji-Jingu agli affollatissimi locali del quartiere di Shinjuku. Il nostro hotel era situato esattamente nel quartiere finanziario di Shinjuku, a pochi passi dal Metropolitan Government Office Building di “soli” 202 metri di altezza (non vi dico la vista che c’era, Tokyo sembrava non finire mai) e vicinissimo ad un paio delle 16 linee della metropolitana che ti porta ovunque in città. Il quartiere di Shibuya con il suo affollatissimo incrocio ci ha travolti con le luci delle insegne super luminose e con le migliaia di persone che lo attraversano. Il Palazzo Imperiale, visto solo dall’esterno, il tempio Senso-Ji di Asakusa dove è nata la mia mania per i bigliettini della fortuna, ne avrò comprati centinaia per tutto il Giappone. Il quartiere Ginza, super moderno e Vip ed infine Takeshita-dori, piena di negozi dove ho mangiato uno zucchero filato mai visto. La nostra permanenza a Tokyo dura troppo poco, come del resto in tutte le altre città. Proseguiamo veloci con lo shinkansen, treno proiettile, alla scoperta della tomba dell’ultimo Shogun a Nikko nel tempio di Tosho-go e nella speranza di vedere il Monte Fujiama che puntualmente si nasconde timidamente dietro un cielo nuvoloso. Ma in compenso mi sono rincuorata con un tradizionale pranzo in stile kaiseki.
Kyoto, città dai mille templi, straordinaria, dove si respira la vera tradizione nipponica. Il quartiere di Gion con i suoi ciliegi fioriti e i locali tranquilli mi hanno veramente stregata. Sveglia presto, colazione in uno dei quattro ristoranti del Miyako hotel, per visitare il super affollato santuario shintoista Fushimi-Inari Taisha, con i suoi infiniti torii arancioni dove è quasi impossibile scattare una foto senza inquadrare altri visitatori. Il Kiyomizu-dera, tempio buddista dall’architettura così antica da farti domandare come hanno potuto farlo.
Sanjusangen-do, tempio buddista dalle 1001 statue, rappresentanti la dea della misericordia Kannon, con tante braccia, tutte fatte a mano e tutte con espressioni diverse l’una dall’altra. Peccato non aver potuto fare foto perchè si dice che tra queste puoi trovare quella che più ti somiglia.
Prima di visitare, solo dall’esterno, il Padiglione d’oro, entriamo nel castello di Nijo dove oltre a respirare ancora l’aria degli shogun abbiamo potuto sentire con le nostre orecchie il suono emesso dal pavimento “usignolo”. Chiamato proprio così, perché appena ci cammini sopra, i morsetti e i chiodi posti sotto la superficie sfregano tra loro producendo un suono che ricorda molto il verso dell’usignolo. Salutiamo Kyoto con lo spettacolo al teatro Gion Corner dove abbiamo assistito alla cerimonia del tè, alla Ikebana (arte di preparare i fiori), alla danza della Maiko (apprendista Geisha), alla danza imperiale Gagaku, allo spettacolo teatrale comico Kyogen e al teatro dei burattini Bunraku.
Il viaggio continua, prendiamo quindi un altro shinkansen alla volta di Kanazawa e se fino a quel momento Tokyo e Kyoto ci hanno conquistato…adesso inizia “il viaggio nel cuore del Kansai” che da qui in avanti mi fa innamorare sempre più di questo paese.
Il giardino Kenroku-en ci regala uno spettacolo fiabesco tra prugni fioriti, sole e tradizione, per poi finire con un tuffo nella vera tradizione giapponese, la visita nelle case dei samurai, la passeggiata nel quartiere antico delle geishe e la visita nella casa del tè Shima.
Piccola tappa sulle montagne al villaggio di Shirakawa-go con le sue case con il tetto di paglia a doppio spiovente circondate da campi di riso e tra un gelato al tè matcha ed uno spiedino di yakitori scendiamo a Takayama per passare la notte nella Ryokan.
Takayama, ecco qui è rimasto un pezzettino del mio cuore, proprio sulle rive del fiume Miyagawa dove ogni mattina c’è il mercato artigianale dove si può trovare qualunque cibo.
Osaka è una festa di luce nella sua Dotonbori super affollata di gente. Scegliere un locale per gustare degli ottimi yakisoba è stato facile visti i numerosi ristoranti. Vi dico solo che mi sarei seduta a degustare tutte le specialità di ognuno. Ma non mi è stato possibile per ovvi motivi.
Il castello di Himeji, ovvero l’airone bianco, il più antico del Giappone ed anche uno dei pochi sopravvissuti ad vari bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Hiroshima e il suo museo della pace mi hanno molto toccata ma la città è comunque bella ed accogliente.
Arrivati all’isola di Miyajima ho subito fatto amicizia con i cervi che sembrano aspettarti per accompagnarti in giro. Qui è uno streetfood continuo ma io mi sono concentrata sulle gustosissime ostriche grigliate, qualche spiedino che ho finito di mangiare con il mio amico cervo e il gelato al tè matcha…l’ennesimo.
Si ritorna a Osaka giusto in tempo per salire al 40° piano dell’Umeda Sky Building per poi correre a Dotonbori a fare l’ultima scorpacciata di sushi.
Si rientra a Milano da qui, Osaka, Giappone.
E’ inutile dirvi che mentre scrivo questo post ho gli occhi lucidi, perché ricordare ogni singolo giorno passato in un luogo così antico ma allo stesso tempo moderno, legato alle tradizioni ma proiettato al futuro, dove il suo vero punto di forza è il senso civico, il rispetto per le persone, per le cose e i servizi.
Lontano 12 ore di aero, ho passato giorni bellissimi, scoperto una cucina buonissima che va aldilà del solo sushi che conosciamo noi qui in Italia.
Da vera Japan lover non posso che consigliarvi di visitare questo paese. Le città, la tradizione, la cultura e la cucina non vi deluderanno.