Le quattro casalinghe di Tokyo non è affatto ciò che pensiamo dal docile titolo affibbiatogli dalla traduzione in italiano. Il titolo originale è, infatti, Out, e racconta la cattiveria nascosta dietro l’esasperazione, l’odio, il bisogno di vita nuova senza alcuno scrupolo, senza nessun rimorso.
Il romanzo è uscito nel 1997 in Giappone, ma in italiano non è stato tradotto prima del 2003. L’autore è Natsuo Kirino, ma questi altro non è che uno pseudonimo. Il vero nome dell’autrice è Mariko Hashiocka, che si “traveste” da uomo per sconvolgere i cliché del proprio paese, che vuole la donna timida, gentile e sottomessa.
Le donne del suo romanzo sono tutt’altro che timide e gentili e per nessuna ragione al mondo si lasciano sottomettere. Arrivate all’esasperazione decidono di intraprendere la vita più spietata e sanguinaria.
Le casalinghe raccontate da Kirino non sono meno pazze delle casalinghe romanzate dell’occidente, ma il loro paese le forza ad essere di quel timido candore che negli anni ti logora fino a impazzire.
La povertà, i problemi coniugali, la depressione, l’ossessione, il lavoro notturno che ti permette di arrivare a fine mese, la voglia di scappare e iniziare una nuova vita.
Tutto ciò ti consuma lentamente da dentro e da impacchettare il pranzo al maritino anaffettivo, a impacchettare il cadavere di lui, il passo è decisamente breve.
La trama
Le quattro casalinghe di Tokyo non sono solamente brave mogli, mamme e donne di casa, ma si ritrovano a fare il turno di notte in una fabbrica che inscatola colazioni. Un lavoro part-time che permette loro di arrivare a fine mese.
Un lavoro frustrante ma non tanto quanto la vita che le attende in casa. Lavorano tutte insieme le quattro protagoniste Masako, Yayoi, Yoshie e Kuniko.
Tutte hanno caratteri diversi, vite diverse, problemi diversi, ma si ritroveranno accomunate da un crescente bisogno di fuggire, da un crescente odio che le sta divorando dall’interno e che un giorno cambierà per sempre le loro vite.
Tutto inizia quando un giorno Yayoi torna a casa e trova il marito nuovamente ubriaco che le confessa di aver dilapidato nuovamente i suoi guadagni. Quei soldi che lei guadagna faticosamente durante il turno notturno alla fabbrica e che lui spende ogni notte tra gioco d’azzardo e prostitute.
Quello stesso uomo che l’ha picchiata appena la sera precedente. Ancora un altro giorno all’inferno con quell’uomo.
Yayoi allora si toglie la cinta e lo strangola. Niente di più semplice e normale. Tutti i suoi problemi sono finiti lì in quel semplice istante. Presa dal panico iniziale telefona a Masako, la più intelligente del gruppo, una quarantenne finita a lavorare in fabbrica di notte dopo che la sua vita le si era sgretolata davanti.
Masako, ovviamente, decide di aiutarla e così anche le altre due “casalinghe”. Ma l’occultamento del cadavere del marito di Yayoi è solo il primo di una seria di eventi che porterà all’interno delle loro vite sangue e morte, odio e distruzione.
Le quattro casalinghe
Oltre a Yayoi e Masako anche Yoshie e Kuniko verranno trascinate nell’oblio e nel sangue. La prima deve lavorare in fabbrica per mantenere la figlia, il nipotino e la suocera invalida.
La seconda è sempre ai ferri corti per i debiti, le rate dell’auto da pagare, i vestiti firmati. Il tenore di vita che richiede non coincide affatto con il lavoro part-time alla fabbrica e la sua parte di lavoro nell’occultamento del cadavere metterà tutte le altre in pericolo.
La storia raccontata in prima persona, dagli occhi delle quattro donne, ci lascia entrare ancor più in quelli che sono i loro pensieri e ci lascia atterriti dall’agghiacciante odio che le sta divorando.
Gli altri personaggi non sono da meno. La cattiveria è ciò che più emerge da questo romanzo, un po’ giallo, un po’ splatter, un po’ thriller. E l’unico personaggio realmente buono non è giapponese.
Talvolta bisogna chiudere il libro e uscire a prendere una boccata d’aria prima di riprendere la lettura, la visione dalla parte delle protagoniste è troppo cruda per leggerlo tutto d’un fiato.
Ma è inevitabile leggerlo fino all’ultima riga per scoprire i sentimenti più cruenti e intimi dell’animo umano.