Il kimono, letteralmente “cosa da indossare“, è l’abito tradizionale giapponese per eccellenza. Esso è essenzialmente una veste a forma di T, avvolta nel corpo e chiusa con una cintura chiamata obi, che cambia in base alla persona che la indossa. Per la realizzazione vengono ritagliati dei pezzi di stoffa da un preciso rotolo di tessuto chiamato tanmono.
Il kimono non si può considerare un abito proveniente dal Giappone; la Cina dell’VIII secolo infatti influenzò enormemente la diffusione di questo particolare abito in Giappone, originariamente parte della cultura cinese. Nonostante fosse l’abbigliamento più utilizzato in passato, ad oggi viene indossato principalmente per cerimonie, feste ed eventi speciali a causa della forte influenza proveniente dall’Occidente.
Le influenze occidentali
In antichità il kimono era un vestito usato quotidianamente ma successivamente all’entrata del Giappone nel commercio estero, gli uomini iniziarono a cambiare il loro modo di vestire prendendo spunto dai marines inglesi e dalle loro uniformi. Verso la metà del 1800 questo nuovo abbigliamento occidentale iniziò ad essere parte fondamentale della vita pubblica di quasi tutti gli uomini giapponesi, fino ad arrivare alla completa conquista della maggior parte dei settori tra cui la scuola e gli ospedali. Alla fine del secolo l’abito occidentale venne richiesto dalle istituzioni, spingendo così tutto il popolo giapponese ad adattarsi al radicale cambiamento che la moda stava affrontando.
Dopo la Prima guerra mondiale il Giappone aveva compreso che stare al passo con la moda occidentale era diventato essenziale soprattutto per quanto riguarda il campo lavorativo. Nonostante il bisogno di evolversi contemporaneamente all’Occidente, il popolo giapponese rimase comunque legato e fedele alla tradizione continuando ad indossare il kimono nel campo della vita privata. Nel corso degli ultimi decenni l’abito tradizionale giapponese venne riservato solo ad alcuni momenti della vita, come festività e cerimonie particolari, restando ad ogni modo una parte fondamentale dell’esistenza di qualsiasi uomo o donna del Giappone.
Tipologie di kimono
Esistono diverse tipologie di kimono indossati in Giappone; vediamo nel dettaglio alcuni di essi.
Kimono Femminile
Il kimono da donna è abbastanza complesso, composto infatti da diverse parti:
- Doura: fodera esterna;
- Eri: colletto;
- Fuki: orlo principale;
- Furi: parte della manica sotto la cavità del braccio;
- Maemigoro: pannello anteriore principale;
- Miyatsukuchi: apertura inferiore alla manica;
- Obi: cintura;
- Okumi: parte all’interno del pannello principale;
- Sode: maniche;
- Sodeguchi: apertura della manica;
- Sodetsuke: cavità del braccio;
- Susomawashi: fodera interna;
- Tamoto: drappeggio della manica;
- Tomoeri: parte superiore del colletto;
- Uraeri: parte interna del colletto
- Ushiromigoro: sezione principale posteriore.
In base all’età della donna che lo indossa, il kimono può assumere colori e fantasie differenti. Anche gli obi possono variare creando fiocchi sempre più complessi.
Kimono Maschile
Il kimono da uomo è nettamente diverso da quello da donna. Predilige i colori scuri (nero, marrone, grigio) ed è privo di fantasia sgargianti o addirittura non ne possiede. Viene generalmente indossato insieme ad altri capi:
- Nagajuban: sottoveste di colore scuro;
- Datejime: fascia utilizzata per fermare il nagajuban;
- Obi: cintura;
- Tabi: calzini corti a infradito;
- Geta: infradito tradizionali in legno;
- Zori: infradito in paglia di riso o pelle;
- Hakama: gonna-pantalone legata in vita.
I kimono da uomo possono variare in base al tipo di evento a cui è destinato ma le tipologie esistenti sono comunque inferiori a quelli da donna.
Yukata
Lo yukata, letteralmente “abito da bagno“, è il kimono usato nella stagione estiva solitamente fatto di cotone. Questo tipo di indumento viene indossato anche nei ryokan, gli alberghi tradizionali giapponesi. Lo yukata è molto meno costoso del kimono e proprio per questo alcuni giapponesi ne possiedono più di uno. Non è considerato un abito formale, pertanto non è consono a quei tipi di eventi. Solitamente vengono realizzati con colori abbastanza vivaci anche se tradizionalmente il colore principale era l’indaco; le giovani donne prediligono fantasie floreali mentre le donne anziane preferiscono motivi geometrici.
Al giorno d’oggi lo yukata viene indossato insieme al heko obi, una cintura di seta notevolmente morbida, o al hanhaba, un altro tipo di cintura informale. L’abito viene inoltre accompagnato da diversi accessori tra cui i geta (sandali di legno) e kinchaku (borsetta).
Mofuku
Il mofuku è il tradizionale abito per il lutto, indossato sia da donne che da uomini. Questo particolare abito è realizzato in seta nera senza alcun tipo di motivo, ad eccezione dello stemma di famiglia chiamato Kamon. La particolarità di questo indumento risiede negli accessori, anch’essi di colore nero, tra cui:
- Obi;
- Obijime: cordoncino in seta;
- Obiage: sciarpa in seta;
- Zori;
In genere gli unici accessori non di colore nero sono il nagajuban e i tabi, realizzati invece di colore bianco. Durante il periodo del lutto le persone più vicine al defunto indossano il mofuku e continuano ad indossarlo anche diverse settimane dopo l’avvenimento. Questo rende dunque l’abito una parte fondamentale della tradizione giapponese.