Ho intrapreso un viaggio culinario incredibile, dal sud est asiatico, fino alla regione cinese del Canton, passando per Hong Kong. E il tutto senza lasciare il cuore di Milano. Sto parlando di una cena Hot Pot a cui ho partecipato, al 168 Chinese Township, in Viale Jenner, a Milano.
Si tratta di uno dei ristornati fusion più grandi d’Italia, con oltre 500 piatti tra Dim Sum, antipasti freddi, piatti alla griglia e il tradizionale Hot Pot, di cui voglio parlarvi. Anche l’ambiente è straordinario. Entriamo in questo ristorante milanese e sembra di ritrovarsi in una grande metropoli asiatica, raffinata e moderna.
Il locale
Come vi dicevo entriamo in questo locale e ci sembra di essere a Pechino o ad Hong Kong, tra moderno, raffinatezza e tradizione. La tradizione la sentiamo sprizzare già dalla forma suggestiva della sala, una pagoda che, con il calare della sera, si illumina, rivelando tutta la sua maestosità.
Maestosità accentuata dall’immenso salone e dalla cucina a vista. Nell’immenso spazio troviamo privé con sontuosi tavoli imperiali, nicchie laterali con divani di pelle e raffigurazioni tradizionali, come maschere. Ci sono poi zone centrali, molto meno formali e decisamente più minimal e contemporanee. Il tutto per creare un’atmosfera che ci catapulta direttamente nei locali alla moda di Shangai o Pechino. Possiamo, infine, trovare anche piccole e grandi sale riservate ad eventi privati, che vanno dai 10 ai 200 coperti.
Una maestosità che si respira in tutto il locale, tra le mura sontuose dove si possono assaporare centinaia di piatti, dai più tradizionali cinesi a quelli influenzati dalle culture vicine, come Hong Kong.
Inoltre, un piccolo e raffinato gioiello del locale è la sala dedicata all’Hot Pot ed è proprio lì che abbiamo intrapreso questo incredibile viaggio gastronomico.
La cucina
Il lungo viaggio culinario ripercorre innumerevoli tappe dal nord al sud della Cina. Dai dim sum di maiale ai piatti alla piastra con cipollotto e zenzero. Dagli Shao Mao di granchio ai calamari croccanti. Dal riso saltato con ananas agli arrosti di manzo o maiale. Dalle zuppe ai piatti di pesce.
Come non menzionare, poi, le specialità degli chef, come le puntine di maiale, la zuppa di melone d’inverno, i funghi alla menta, i ricci di mare cotti al vapore, farciti con salsa cremosa a base d’uovo e serviti interi. Ci sono poi panini e ravioli ripieni, gnocchi saltati con frutti di mare e anatra arrosto.
C’è una lista infinita, in realtà, di piatti, 500 piatti alla carta. Una selezione incredibile di antipasti e di dim sum, di riso e di pasta, di zuppe, arrosti e pentole secche e di terracotta, di crudo di pesce e specialità dello chef, che riempiono il menù cinese del 168 Chinese Township.
L’Hot Pot
Il menù Hot Pot non è da meno, tra brodi, pesce e crostacei, carne, interiora, tofu e verdure, risi e paste, per finire con i mix di carne, tofu o funghi. Eccoci qui, arrivati, quindi, all’incredibile esperienza dell’Hot Pot.
L’Hot Pot è rappresentato da un grande tegame di brodo, posto al centro della tavola, riscaldato, da condividere con tutti i commensali, e nel quale intingere le varie pietanze.
Il brodo può essere classico, piccante, a base di funghi o pesce. Le pietanze da intingere, invece, spaziano tra i vari tipi di carne, che possono essere controfiletto australiano, entranha argentina o patanegra. Le varietà di pesce, invece, possono spaziare dai vari tipi di pesce ai crostacei. Il tutto arricchito con pasta fresca e verdura, radici di loto, coriandolo, pak-choi, zucca bianca, funghi shiitake e funghi shiimeji.
Ad esso si abbiano oltre 30 salse, con diverse gradazioni di piccantezza, provenienti da ogni angolo del mondo.
Un’esperienza incredibile, quella di condividere la tavola (e il tegame!) con le altre persone. Una serata stupenda in un locale magnifico e maestoso, conclusasi con un karaoke, per rafforzare ancor di più l’atmosfera di condivisione.