Il kimono è l’anima del Giappone, l’abito cerimoniale per eccellenza nel paese del Sol Levante, per entrambi i sessi e per tutte le età. L’abito è stato infatti eletto a costume nazionale e racchiude tutta l’essenza di una tradizione centenaria.
La parola kimono
La parola kimono vuol dire, in realtà, indumento, inteso per ogni abito. Deriva da ki (vestire) e mono (cosa). Successivamente è stata utilizzata per indicare il solo abito lungo tradizionale utilizzato ancora oggi in rare occasioni o cerimonie.
Questa diversa accezione del termine si è diffusa nel 19° secolo e veniva utilizzata principalmente per distinguere gli abiti giapponesi da quelli occidentali, chiamati, invece, yofuku.
Le origini del kimono
Nel primo periodo della storia giapponese, il periodo jomon e yayoi, l’abito era costituito solo da pelli di animali. All’epoca le donne indossavano il kantoi, costituito da una gonna e una giacca, legata alla vita con una cinta di stoffa (o pelle). Il kantoi ricorda vagamente il più moderno kimono.
Dovettero tuttavia passare diversi periodi prima di arrivare a quello di massima espressione nella cultura giapponese, dopo aver subito una forte influenza cinese.
Nel periodo Heian si diffuse il nyobo shozoku, il vestito della dama di corte, costituito da 12 vesti. Più vesti indossavano una sopra l’altra più alto era il prestigio di chi lo indossava. Si inizia ora a parlare del kimono così come lo conosciamo oggi.
Esistevano circa 200 regole per capire quale abito bisognava indossare e i fattori che lo influenzavano erano innumerevoli: l’età, il rango sociale e addirittura le stagioni.
Nel periodo Meiji, infine, il kimono viene ulteriormente arricchito dalle famiglie più importanti del Giappone, contrassegnando i capi proprio con l’emblema della famiglia.
Oggi queste regole sono un po’ meno ferree e anche i più alti ranghi sociali si sono molto occidentalizzati nel vestiario, riservando il kimono solo a rare occasioni.
Una veste da dodici strati
Conosciamo il kimono come la tipica vesta dalla forma di T legata in vita con una grossa cintura di stoffa. Eppure l’abito è composto da diversi pezzi di stoffa, tradizionalmente sono 12, ma talvolta si arrivava ad indossarne fino a 20.
Ecco le varie parti del kimono e i loro nomi:
- Doura: fodera esterna;
- Eri: colletto;
- Fuki: l’orlo principale;
- Furi: la parte della manica al di sotto del foro del braccio;
- Maemigoro: pannello anteriore principale;
- Miyatsukuchi: apertura sotto la manica;
- Okumi: parte interna del pannello anteriore principale;
- Sode: manica;
- Sodeguchi: apertura della manica;
- Sodetsuke: foro del braccio;
- Susomawashi: fodera interna;
- Tamoto: drappeggio della manica;
- Tomoeri: la parte sopra del colletto;
- Uraeri: colletto interno;
- Ushiromigoro: parte posteriore principale;
- Obi: la cintura.
Data la complessità nell’assemblaggio dei pezzi di stoffa o broccato è impossibile che una donna riesca a indossarlo da sola. Esistono, infatti, assistenti professioniste che intervengono nel momento in cui un’occasione particolare richiede di indossare un kimono. Queste assistenti, inoltre, ancora oggi conoscono le 200 leggi e intervengono nella scelta dell’abito perfetto per la persona e l’occasione.
Un kimono per ogni occasione
Come dicevamo ogni diversa occasione richiede un diverso kimono. Così come età, stato civile, professione, rango sociale, ecc, giocano un ruolo fondamentale nella decisione.
Ad esempio, tra i kimono più informali troviamo lo Yukata, sfoderato, in cotone o lino, che viene comunemente utilizzato in estate durante eventi all’aperto o alle terme. Lo Yukata è un abito sia maschile che femminile.
A tal proposito, parlando di kimono maschili, essi sono estremamente più semplici, con colori sobri, quali blu, verde, marrone o nero e, appena, cinque vesti.
Gli accessori
Al kimono ci sono, infine, numerosi accessori da abbinare, come:
- Datejime: cintura rigida che ha il compito di assicurare l’obi.
- Geta: sandali tipici informali, perfetti da indossare sotto lo Yukata.
- Haori: è un soprabito che arriva fino all’anca o alla coscia. Inizialmente utilizzato solo dagli uomini vennero poi introdotti diversi modelli anche da donna, i quali, tuttavia, sono più lunghi.
- Hiyoku: è un sotto kimono, la nostra comune sottoveste. Tuttavia, raramente viene aggiunto anche il sotto-kimono, dato che l’abito è già abbastanza stratificato di suo.